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MENZIONE SPECIALE TRENTINO

Andrea Contrini

"Echi nel silenzio"


MOTIVAZIONE


Un viaggio nei paesaggi del Trentino meridionale, alla ricerca dei segni della memoria di un conflitto, quello della Prima guerra mondiale, che sconvolse un intero piccolo mondo.


Un mondo fatto di bellezza e fatica, di boschi e appezzamenti strappati al monte, di vaste praterie in quota e specchi d'acqua meravigliosi; un mondo abitato da contadini, artigiani, operai, bambini e anziani, gente umile, laboriosa, che contendeva ad una natura non sempre generosa il necessario per una vita dignitosa, se non al limite della sussistenza.


La guerra, nel suo avvicinarsi, nel suo scatenarsi, nelle sue drammatiche logiche, nelle sue conseguenze nefaste, modifica quei paesaggi, sgombrandoli dalle persone e incidendo i versanti.
Andrea Contrini, con una ricerca di cura e attenzione grandissima, va a scavare dentro questo tratto del gigantesco fronte italo-austriaco, e mette in evidenza testimonianze di grande valore.


Segue un percorso logico che dalla sponda occidentale del Lago di Garda arriva al Pasubio, mostrando strutture assai note come le fortezze, ma sopratutto particolari, dettagli, resti, segni che ancora si ostinano a raccontarci storie di vita minima di soldati mandati li a combattere in condizioni spesso terribili. Poi, come d'incanto, lo sguardo si allarga allo spazio circostante, ad un infinito che la sapiente tecnica fotografica e la capacità interpretativa di Contrini ci restituisce nella sua interezza.


Ci restituisce la grande bellezza dei paesaggi montani, delle notti stellate, degli orizzonti sconfinati, che era anche la visione dei soldati, mandati a morire in un inferno scatenato all'interno di scenari incantevoli.


Il contrasto fra la bellezza e lo strazio viene reso con grande efficacia, e alcune citazioni riportate nel testo sottolineano, rimarcano, denunciano l'assurdità del conflitto, come assurdi sono tutti i conflitti. Un libro per non perdere la memoria, laddove la natura dichiara orgogliosa il proprio trionfo e lentamente addolcisce, si appropria e ricopre come solo lei sa fare i luoghi della sofferenza.

Trento, 27 aprile 2018

 

 

                     

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